I preliminari della platea di SS. Maria della Pieta trascritti dall avv. Mario Ascettino

PLATEA
o sia Registro di tutti i
Beni, Rendite, e Pesi
della
Venerabile Congregazione di S.
MARIA DELLA PIETA’
Eretta dentro la Collegial
Chiesa di S. Mauro
di
Casoria
l’anno 1757

Giuseppe Satt

PRELIMINARI

L’origine delle Confraternite, o siano Congregazioni, ove sotto la Divisa di particolari Insegne, molti Laici adunati insieme, alle opere di Pietà intendono, vien comunemente riportata alla fine del secolo Decimoquarto. l’Inghilterra una volta madre feconda di virtù, e di santità, fu la prima a vedere simili pie adunanze. Indi recate in Francia si sparsero per l’Italia, e finalmente per tutta l’Europa. E poiché i Romani Pontefici ad essa aggiunsero la Dalmazia, ed accrebbero loro privilegi, si diffusero sì fittamente per ogni dove, che a tempi nostri, in piccoli villaggi se ne veggono di molte. Nelle memorie della nostra Chiesa di Casoria, non si ritrova menzione alcuna dell’erezione di questa nostra Congregazione, ma pur tuttavia ella è antichissima, perché la prima volta, che si vede rammemorata negli atti della Curia Arcivescovile di Napoli, è nella visita della Diocesi fatta dal Cardinal Gesualdo nell’anno 1598, cioè 159 anni addietro, ma da un Censo legatole da Sebastiano Russo nel 1583, si vede anche più antica la sua origine, cioè 174 anni avanti; anzi dal testamento di Giacomo Russo celebrato a 6 agosto 1568 per mano di D. Antonio Borrello Not. Aptico facendosi menzione della medesima nostra Congregazione col Titolo della Cappella de Confrati, alla quale il di Giacomo lega cinque carlini per elemosina, si osserva anche più vecchia la Fondazione della Congregazione, cioè quasi 200 anni prima; che se vogliamo aggiungere un’altra cinquantina d’anni a già mentovati, monterebbe la sua antichità quasi all’anno di nostra salute 1500, cioè poco più dapoi che le altre erette furono. Ma quanto spiritual vantaggio si ritenesse un tempo da questa pia antica adunanza, ben si scorga dal Testamento del Parroco di S. Mauro D. Antonio Borrello, il quale lasciò i Beni suoi alla nostra Congregazione unicamente, perché colla vita esemplare de Confratelli allora viventi si recava al Pubblico ogni buon esempio di cristiana pietà. Mentirei per avventura, se lo stesso dir ridossi del tempo presente. Sin’ora tutte la Congregazioni del nostro Regno si sono governate con propri regolamenti approvati dalle Curie Vescovili, e così ancora si è retta la Congregazione nostra sin a quest’anno 1757. Ma poiché alcuni anni sono, i Regi Ministri, sotto il Governo del Gloriosissimo nostro Monarca Carlo Borbone hanno giustamente riputato, che senza l’autorità del proprio Principe, non debbano permettersi queste pubbliche adunanze, a guisa de regolamenti della vecchia savissima Romana Repubblica; quindi è, che chiunque ricorso è al Sig. Marchese Fraggianni Delegato della Reale Giurisdizione, con asserire, che alcuna Confraternita non avesse Capitolazioni, o siano Regole munite di Regio Privilegio, subito è stato ordinato dal medesimo Sig. Marchese di chiudersi gli Oratori, ne quali si adunano i Confratelli, o novamente d’impetrare detto Privilegio, OMISSIS quasi tutte le Congregazioni lo vanno ottenendo, e così rimangono sottratte dalla soggezione delle Curie Vescovili. Siccome ancora è avvenuto alla nostra, la quale dopo molti e vari disturbi durati per lo spazio di quattro anni, finalmente sotto al Priorato del Sig. Orazio Russo è stato impetrato di Regio Privilegio colla data del dì 31 agosto 1757, per conservare il quale con sicurezza maggiore, è stato consegnato al Sig. Sigismondo Russo pub. Not., affine d’inserirlo nel Protocollo dell’anno corrente. E’ scritto il medesimo in carta pecora, e diviso in cinque fogli, cioè dieci carte. Contiene le Regole, e l’approvazione delle stesse di pugno del Re e pende finalmente da esse il Real Sigillo grande in cera di Spagna dentro una scatoletta di latta.
L’Oratorio della Pietà, nel quale al presente si adunano i Confratelli era una volta un territorio di Graziano Russo, posseduto da lui unitamente con Francesco suo Fratello. Graziano vendette detta parte di terreno a D. Marc’Antonio Abbate, a Giuseppe, e a Giacomo Russo Governatori della Chiesa di S. Mauro per lo prezzo di OMISSIS con Istrumento rogato da Not. Gio: Domenico Giannino. Il Fratello Francesco dapoi ratificò detta vendita con altro Istrumento stipulato dal medesimo Not. Gio: Domenico. I detti Governatori di S. Mauro cederono poscia il medesimo terreno a Governatori dell’Oratorio stesso, affinché su quel piano avessero potuto edificare l’Oratorio. Ma fu fatto da essi a voce questo Contratto. Lo prezzo di OMISSIS 50, qual denaro nepur fu pagato. Fra tanto su quel suolo edificato fu l’Oratorio. Ma nell’anno 1631 D. Marc’Antonio Abbate allora già Parroco, D. Gio: Ferrara Rettore della Chiesa di S. Mauro, e Giuseppe Di Natale Sindico dell’Università di Casoria per render sicura in ogni futuro tempo la Congregazione riguardo la compra di detto terreno, con pubblico Istromento liberamente, e senza patto di retrovendita, venderono a Francesco Rocchino Priore non solamente il suolo dove era stato fabbricato l’Oratorio, ma ancora un altro triangolo di fuori detto Oratorio, dove sta fatto, e fabbricato l’Altare di detta Cappella, e con tutto lo Muro, dove sta accantonato, e fatto detto Altare, d’alto dalla Cornice insino a basso, a quanto anco tengono due sepolture fatte avanti di detta Capta della Pietà, accosto detto Oratorio. Son parole dello Stromento. E tutto ciò libero, e franco da ogni peso, con l’espressa riserva solamente di tutti i diritti in qualunque maniera competenti al Parroco, e da competere in avvenire, secondo l’immunità che essi sempre han goduto, e godono ancora, e non aliter, cum omnibus singulis alijs eius juribus, et integro statu. Come da Istromento rogato da Not. Russo a 9 novembre 1631.
La Congregazione venne ad acquistare non solamente il suolo dove OMISSIS fondato l’Oratorio, ma ancora il Cappellone, che sta di fuora. E OMISSIS prezzo di ducati cinquanta, che in diverse volte essi venditori confessano di aver ricevuto di contanti dai Priori, e Governatori della Congregazione, dichiarando di donare donationis titulo irrevocabiliter inter vivos, anche se valesse più detto stabile ed anche se fosse ultra dimidium justi pretij la valuta del medesimo. Il Muro poi, che divide il Coro dall’Oratorio fu fatto a spese della Chiesa. Al medesimo la Congregazione appoggiò la fabbrica di detto Oratorio, ma non volendo pagare quel che importava la metà della spesa di detto Muro, fu convenuto Gio: Galluccio Priore da D. Cesare Palladino Parroco nella G.C. della Vic.a nella Banca di Gio: Gregorio Canale, e dopo alcuni atti alla fine vennero all’infratta Convenzione. Pagò dunque la Congregazione docati trenta per detto appoggio al medesimo Parroco, cioè 10 in contanti e 20 per lo Banco A.G.P., i quali 30 furono impiegati per la fabbrica della Chiesa, avendo promesso detto Parroco, Nicola d’Anna Sindico di Casoria, a Gio: di Majo OMISSIS della nuova fabbrica di prestar sempre indenne ed illesa, in ogni futuro tempo, da qualsiasi molestia la Congregazione, per Istrumento rogato da Not. Valenzio Russo a dì 25 marzo 1637. Di ragione della Congregazione medesima è una Terra Santa annessa all’Oratorio, alla quale vi si scende per una Porta al lato sinistro di questo, quando si entra. Ella fu fabbricata a spese della Congregazione nell’anno 1751, in tempo del Priorato del Canonico Sig. D. Antonio Polito. Il Piano della Terra Santa era anticamente della Congregazione stessa come parte del suolo dell’Oratorio; ma perché bisognò altro picciolo spazio alla costruttura della medesima per purgatura del Cimitero, nel medesimo anno fu comprato dalla Congregazione e venduto dal Preposito, e Sindico di Casoria per lo prezzo di docati 10, che riceverono essi venditori per lo Banco OMISSIS, come dall’Istromento rogato m. dal fu Not. Filippo Vergara a OMISSIS. Oltre all’Indulgenza, e privilegij, che godeva nostra Congregazione communemente con tutte le altre, ha ancora la Indulgenza dalla Cintura di S. Monica, ed è aggregata all’Arciconfraternita de Cinturati, e Cinturate di S. Agostino, e S. Monica, sotto l’Invocazione di S. Maria della Consolazione eretta dentro la Chiesa di S. Giacomo Maggiore di Bologna, e fu nella seguente maniera. Poiché nel 1709 avendo supplicato i nostri Fratelli il P. Adeodato Muzzi d’Altamura OMISSIS allora da PP. Agostiniani, affinché si fosse compiaciuto di aggregarli alla divisata Arciconfraternita colla concessione delle medesime Indulgenze, secondo l’Indulto Aptico, furono appagati del pio loro desiderio, ed ottennero dallo stesso OMISSIS un Breve spedito in Roma a 10 giugno 1709, col quale cometteva al Priore del Convento più vicino a Casoria di far la detta aggregazione bramata da nostri Fratelli. Et essendo stato presentato il detto Breve al Priore del Monastero di Pardinola, il quale è più contiguo al nostro Paese, questi impedito ne comise la cura e suddelegò a quest’atto il P. Fv. Onofrio Casolano, il quale fece la detta aggregazione con pompa grande di apparato, Panegirico, Musica, e con gran concorso di Popolo, ed a futura memoria i nostri Fratelli ne fecero distendere un atto publico da Not. Domenico Ferrara di Casoria a 8 Giugno 1710.
Questa nostra Congregazione ebbe anticamente il titolo di S. Andrea Apostolo della Pietà, come dagli atti di antichi stromenti di Censi di Not. Gio: Domenico OMISSIS. E poiché nella Chiesa antica di S. Mauro eretta era altra Congregazione OMISSIS titolo del SS.mo Rosario, diroccata la Chiesa a cagione dell’Edificio della nuova, i Fratelli del Rosario s’unirono con quelli della nostra Congregazione, la quale ebbe sola il potere di fabbricarsi un nuovo Oratorio. Ma essendo venuto in capo ad alcuni nostri Concittadini di formare un’altra nuova Congregazione nella Chiesa del Carmine sita in mezzo della pubblica Piazza di Casoria, a ciò fu nella fine dell’antecedente secolo, col titolo stesso del S.mo Rosario; quindi insorse una gran lite tra la nostra Congregazione, la quale pretendeva ingiustamente a se tolto il detto titolo del Rosario, ed i Fratelli della Congregazione retta in mezzo la detta pubblica Piazza. Finalmente giunsero a Roma i loro piati nella Congregazione de Sag.i Riti, la quale prese un economico espediente, decretando che gli antichi Fratelli del Rosario, anzi la Congregazione stessa della Pietà fabbricasse un nuovo Oratorio nella Chiesa di S. Maria delle Grazie, ed ivi i medesimi antichi Fratelli uniti ad altri moderni costituissero una nuova Congregazione sotto il titolo del SS.mo Rosario, alla quale s’applicassero tutte l’Indulgenze annesse a detto Titolo, e che all’altra eretta in mezzo alla pubblica Piazza rimanesse il Titolo di S. Maria del Carmine colle Indulgenze annesse all’abitino Carmelitano. Fu commessa l’esecuzione di tal decreto a Monsignor Nunzio di Napoli, il quale si portò in detta Chiesa a primo ottobre dell’anno 1704, e poscia a seguente di detto mese in giorno della Festività del S.mo Rosario fece pubblicare l’annunciato decreto. Quindi è che in esecuzione dell’ordine medesimo la Congregazione della Pietà procurò che i Governatori della Chiesa di S. Maria delle Grazie la concedessero i emphiteusim coi patti e un piano d’un Giardino contiguo alla Chiesa medesima per l’Edificio di detto Oratorio, come in fatti i Governatori stessi concederono alla Congregazione nostra palmi 64 di lunghezza e 32 di larghezza del divisato Giardino, e ciò per l’annuo canone di carlini trenta, con potestà di affrancarlo alla ragione del cinque per cento, come dall’Istromento rogato da Not. Nicolò Sorgente a 6 OMISSIS 1705.
E così si diè cominciamento alla Fabrica del detto Nuovo Oratorio nella divisata Chiesa di S. Maria delle Grazie colle limosine de Fratelli, e per compimento dell’Opera la nostra Congregazione costituì Priori Mauro d’Ambrosio e Michele Bianco a stipulare due Istromenti, uno di mutuo col Sig. D. Nicolò Ferrara, il quale prestò cento docati alla nostra Congregazione, e l’altro anche di mutuo con Carlo Galluccio e Marcello Ruffo, i quali improntarono altri cento docati, affinché i detti duecento docati potessero servire alla perfezione della Fabbrica del detto Oratorio del Rosario, come patto rogato da Domenico Ferrara a 28 marzo 1706. Il primo de quali fu stipulato col detto D. Nicola Ferrara per lo medesimo Notaio a 11 aprile 1706. Ma poscia fu estinto detto mutuo a 2 maggio 1713 per mezzo dello stesso Notaio. L’altro mutuo OMISSIS 100 improntato dal D. Carlo Galluccio a Marcello Russo per l’istesso effetto alla medesima Congregazione, fu un capitale, che antecedentemente la Congregazione stessa diede in compra di OMISSIS a Carlo Galluccio, Andrea e Marcello Russo, i quali tutti e tre si obbligarono di pagare l’annuo interesse in proprio nome alla da.nra Congregazione per Istromento rogato OMISSIS Nicolò Rocchino a dì 16 marzo 1706. Ma i Fratelli non volendo che quei tre soli OMISSIS il detto peso, fecero una conclusione OMISSIS Not. Domenico Ferrara di Casoria OMISSIS marzo 1711, colla quale si obbligarono di soddisfare fra lo spazio d’anni cinque, decorrenti dal mese di gennaio 1712 il detto capitale alla nostra Congregazione, con i salari de Governatori della Cappella di S. Giuseppe, a quali ognuno rinunziò unicamente affinché fossero impiegati nell’estinzione del detto capitale. Ed in tal guisa la Congregazione del Rosario fu eretta ed è quasi una figlia di questa Madre, e come tale una specie di OMISSIS della nostra Congregazione.
Carlo Galluccio, il quale fu Priore nell’anno veniente di questo fatto volle perpetuarne la memoria con una Iscrizione in tavola di marmo affissa al muro, dietro la Porta della Congregazione a man destra, quando si entra, ed è la seguente

D O M
Aedem Deiparae Sanctissimi Rosarij Regina inauguratam
= Lite per quatuor circiter Lustra =
Cum sodalitate Sacelli in Platea siti
= Acriter inita, tandem aliquando =
= S. Con. Rituum jussu =
Hi Fratres Pietatis Divi Mauri
Illam in D. Maria Gratiarum sistentem,
Ubi tum utroque Confraternitas aggregata,
tum Rosarij Indulgentia addita,
Proprio singulorum impendio
= a Fundamentis P. =
Prout ex Fabulis Not. Nicolai Sorgente 1708
A. OMISSIS
Priore Carolo Galluccio 1706
_
F.

Dopoichè ebbi registrato questa memoria mi è stato rappresentato da persona degna di fede , la quale ha avuto nelle mani alcuni atti della lite poc’anzi accennata, che l’affare da me divisato dell’erezione della Congregazione del Rosario, andò altrimente. E poiché mi par più verisimile stimo bene di lasciarlo alla memoria de Posteri. In quest’Ottina di S. Mauro adunque, anzi in tutta l’estensione della Parrocchia non v’era altra Congregazione, che la nostra di S. Maria della Pietà. Alcuni nostri cittadini ottennero da Roma fra tanto varie indulgenze annesse al Titolo del SSmo Rosario, e cominciarono a radunarsi nella Chiesa di S. Maria delle Grazie, dove i Governatori diedero loro due camerette edificate dietro al Coro di detta Chiesa, alle quali si saliva per una scala di fabrica dalla parte di dentro della Chiesa stessa. In esse camerette aveano collocati i Fratelli molte sediole di paglia per sedersi in tempo delle loro adunanze, ed essi stessi conservavano la chiave dell’uscio. Insorta dapoi una contesa tra i Governatori della Chiesa e detti Fratelli, quelli buttarono giù l’uscio, tolsero tutte le sedie, e non vollero permettere che i Fratelli ivi si adunassero in avvenire. Ciò fu nella cadenza del passato secolo; quindi molti dè detti Fratelli cominciarono ad adunarsi nella Chiesa ora detta del Carmine eretta nella publica Piazza di Casoria, ed altri si unirono alla nostra Congregazione, la quale assunse anche il Titolo del Rosario, siccome fece l’altra Congregazione del Carmine. Perciò nacquero le tante lunghe dispendiose liti fra la Congregazione della Piazza e quella della Pietà; onde poi avvenne che la Congregazione dè Riti pigliò l’espediente economico, che i Fratelli della Pietà avessero a loro spesa fondata una nuova Congregazione del Rosario nella Chiesa di S. Maria delle Grazie, e quella della Piazza avesse assunto il Titolo di S. Maria del Carmine, che OMISSIS ritiene ancora.

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